FERRARA: UNO SCRIGNO DI MERAVIGLIE DA VEDERE

Arte, storia, letteratura, relax, divertimento e buona cucina… se dovessi descrivere Ferrara, piccolo gioiello dell’Emilia-Romagna, mi verrebbero subito alla mente queste parole. Situata a ridosso del Po al confine col Veneto, la città estense è patrimonio UNESCO dal 1995 e ogni anno attrae numerosi turisti da tutto il mondo.

Il Castello Estense, costruito nel 1385 per volere di Niccolò II d’Este, è una vera e propria perla, ma anche il Duomo, Palazzo dei Diamanti e Palazzo Schifanoia, corso Ercole I d’Este, il Ghetto Ebraico, la scenica via delle Volte, la Certosa, la casa di Ariosto e tanti altri splendidi luoghi possono essere annoverati tra le bellezze cittadine.

E poi che cosa dire della cucina? Tra cappellacci di zucca, pinzini (gnocco fritto) e salumi, pasticcio ferrarese, salama da sugo e torta tenerina abbiamo potuto assaporare alcuni prelibati piatti tipici.

Da tempo io e Anna, la mia compagna, puntavamo a Ferrara e finalmente siamo riusciti a organizzare il nostro viaggio tra venerdì 27 e domenica 29 maggio, avendo tra l’altro un enorme colpo di fortuna. Non sapevamo infatti che ogni ultima domenica di maggio venisse organizzato il Palio di Ferrara ma, al momento del check-out, il gentilissimo proprietario del nostro B&B (Alkimia Smart Rooms in via Borgo dei Leoni 122) ce ne ha messi al corrente e grazie al suo consiglio abbiamo vissuto questa esperienza pazzesca dal vivo.

In realtà abbiamo assistito solo alla sfilata delle varie contrade e non alla gara tra cavalli nella struttura di piazza Ariostea, però è stato egualmente spettacolare.

Siete pronte/i allora per questo nuovo tour in giro per l’Italia? Allacciatevi le cinture e benvenute/i a Ferrara, la “Città delle Biciclette”!

COSA VEDERE A FERRARA IN UN WEEKEND? IL NOSTRO ITINERARIO

  • Venerdì 27/5/2022: arrivo in serata, cena tipica ferrarese e giro in centro
  • Sabato 28/5/2022: relax a Parco Massari, visita alla mostra di Palazzo Bonacossi, Castello Estense, cena tipica, passeggiata nel Ghetto Ebraico e in corso Giovecca fino alla Prospettiva
  • Domenica 29/5/2022: visita alla casa di Ludovico Ariosto, Certosa, Palio di Ferrara. Partenza per Milano con fermata a Rovigo

PARCO MASSARI, UN’OASI DI RELAX

Sabato mattina, terminata la colazione, ci siamo diretti a Parco Massari, principale fonte di ispirazione per lo scrittore Giorgio Bassani nella descrizione de “Il giardino dei Finzi-Contini“. Vittorio De Sica, regista del film dedicato proprio alle vicende di quel libro, riprese in alcune scene l’ingresso del parco dall’ingresso di corso Ercole I d’Este.

Di ridotte dimensioni, Parco Massari è una piccola bomboniera nel cuore di Ferrara, in cui tante persone vanno a trascorrere un po’ di tempo in assoluto relax. Per noi, tra alberi secolari, busti di personaggi illustri e bambini festanti è stato un ottimo modo per iniziare bene la giornata.

PALAZZO BONACOSSI E LA MOSTRA “FAKES DA ALCEO DOSSENA AI FALSI MODIGLIANI”

Usciti da Parco Massari, ci siamo diretti nel centro cittadino, attraversando lo spettacolare corso Ercole I d’Este. Abbiamo quindi gustato un po’ di buoni salumi accompagnati da un fresco calice di vino bianco e poi, prima della visita già programmata e prenotata al Castello Estense, abbiamo camminato fino a Palazzo Bonacossi in via Cisterna del Follo 5.

Edificato nel 1468, si trova a due passi da Casa Romei e da diverse strutture legate all’università locale, in una zona in cui la cultura trasuda da ogni angolo. Qui abbiamo potuto assistere con piacere alla mostra gratuita “Fakes da Alceo Dossena ai falsi Modigliani“, in cui i curatori hanno deciso di approfondire la tematica del falso nell’arte.

Da Alceo Dossena a Giovanni Bastianini, Federico Icilio Joni e Umberto Giunti, passando per gli autori delle teste false di Modigliani del 1984, ovvero lo scultore Angelo Froglia e gli studenti Pietro Luridiana, Pier Francesco Ferrucci e Michele Ghelarducci, abbiamo potuto apprendere diverse curiosità su alcune delle più importanti opere false realizzate tra il XIX e il XX secolo.

CASTELLO ESTENSE DI FERRARA, IL SIMBOLO CITTADINO

Capolavoro legato alla dinastia della famiglia d’Este, il Castello Estense si erge maestoso nel cuore di Ferrara, di cui è il simbolo più conosciuto nel mondo. La visita a questo maniero trecentesco ci ha stupito ed emozionato e penso proprio che resterà a lungo impressa nella nostra memoria.

Per comprenderne meglio la storia, bisogna fare un salto nel passato, precisamente al 3 maggio 1385. Quel giorno il popolo insorse a causa dell’ennesimo aumento di tasse, chiedendo la consegna di Tommaso da Tortona. Questi, giureconsulto a servizio del marchese Niccolò II d’Este, fu ritenuto dal popolo il responsabile di questa dura tassazione, mentre in realtà stava solo obbedendo al proprio signore.

Tommaso fu allora consegnato alla folla inferocita, da cui venne fatto a pezzi. Impaurito, Niccolò II decise a quel punto di edificare il castello, come strumento difensivo per sé e per la propria famiglia. L’opera, iniziata il 29 settembre 1385, sarebbe presto divenuta il simbolo del potere della casata nonché della città stessa.

La nostra visita è partita da piano terra, dove si trovavano le fastose cucine ducali. Gli spettacolari banchetti erano organizzati dai grandi scalchi, abilissimi cuochi e cerimonieri, figure tenute in grande considerazione presso tutte le corti europee. Cristoforo di Messisburgo, al servizio di Alfonso I ed Ercole II, fu da queste parti il più importante in assoluto.

Superate le cucine, il cammino prosegue verso le prigioni, la più famosa delle quali è detta “di don Giulio“. Qui vennero infatti rinchiusi don Giulio e don Ferrante, fratelli di Alfonso I, dopo avere tentato di uccidere nel 1506 proprio il duca e l’altro loro fratello, quel cardinale Ippolito di ariostesca memoria. Ferrante sarebbe morto in quella cella dopo 34 anni, mentre Giulio venne graziato nel 1559 all’età di 81 anni da Alfonso II.

Usciti da questi tristi luoghi, abbiamo raggiunto il piano superiore, detto il “piano dei nobili“. Qui spiccano il bel “Giardino degli Aranci“, il “Salone dei Giochi” e la “Sala dei Comuni“, in cui abbiamo potuto apprezzare la mostra “De Pisis. Il silenzio delle cose“, dedicata alle nature morte marine realizzate da Filippo De Pisis.

Siamo quindi saliti alla maestosa Torre dei Leoni, da cui si vede un meraviglioso panorama e, scesi i 122 gradini, il tour è proseguito con la mostra dedicata alle opere visionarie di Adelchi Riccardo Mantovani, intitolata “Il sogno di Ferrara“.

Le sorprese non sono però finite qui, visto che nel cortile e nella loggia è presente l’incredibile gruppo scultoreo “Umanità“, realizzato con immensa maestria da Sara Bolzani e Nicola Zamboni.

La mostra, dal titolo “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori” trae ispirazione dal trittico con la “Battaglia di San Romano” di Paolo Uccello, rivisitata però in chiave ariostesca. Tra i vari personaggi spicca il paladino Astolfo, colui che recuperò il senno di Orlando sulla Luna a bordo del Carro di Elia.

Da un punto di vista un po’ più pratico, vi segnalo che il biglietto costa 12 euro, a cui vanno aggiunti altri 2 euro per salire sulla Torre dei Leoni. Oppure vi rimando qui per gli interessanti vantaggi in caso di acquisto della MyFe Card.

CASA DI LUDOVICO ARIOSTO: TRA L’ORLANDO FURIOSO, CELEBRI VISITATORI E PARTICOLARI CIMELI

Ancora meravigliati dal giorno precedente, abbiamo effettuato il check-out e ci siamo diretti alla casa di Ludovico Ariosto (via Ariosto 67). Qui il poeta trascorse gli ultimi anni di vita in compagnia del figlio Virginio, dedicandosi alla terza e definitiva stesura dell’Orlando Furioso, uscita nel 1532.

Tra le particolarità presenti nel piccolo museo a lui dedicato al primo piano, c’è una splendida edizione del “Furioso” del 1881 con prefazione di Giosuè Carducci e illustrazioni di Gustave Doré, il calco in bronzo del suo calamaio e – non particolarmente apprezzata da Anna – la falange di un dito della mano dello scrittore.

Lì si trovano inoltre alcuni vecchi registri dei visitatori con le firme, tra gli altri, di Giuseppe Verdi, Umberto Saba e re Vittorio Emanuele III. Nuovamente scesi a piano terra, abbiamo passeggiato per il piccolo e grazioso giardino, prima di tornare a perderci tra le vie ferraresi. La visita è gratuita.

CORSO ERCOLE I D’ESTE E CERTOSA DI FERRARA

Durante il weekend avevamo già percorso diverse volte parte di corso Ercole I d’Este ma mai ci eravamo spinti fino in fondo, procedendo nella direzione opposta al centro. Definita tra le vie più belle del mondo dall’UNESCO e protagonista di alcune riprese cinematografiche del già citato “Il giardino dei Finzi-Contini” di Vittorio De Sica, è il punto cardine dell’Addizione Erculea, grande opera urbanistica iniziata nel 1492 per volere del duca Ercole I d’Este con l’obiettivo di trasformare Ferrara “nella città più moderna del mondo“.

Partendo dal Castello Estense, il corso termina a ridosso della Porta degli Angeli, importante punto di riferimento delle mura cittadine. Sulle mura di Ferrara, lunghe circa 9 km, è possibile camminare, praticare jogging, correre o andare in bici… insomma è un vero e proprio paradiso per gli sportivi locali.

Anche noi ci siamo dunque immersi nella magia di questo luogo prima di rientrare sui nostri passi. Ancora verso il fondo di corso Ercole I d’Este, ci siamo diretti in una breve via sul lato sinistro e davanti ai nostri occhi, con grande stupore, si è parata la sagoma della Certosa. Da lontano pensavamo che fosse una chiesetta circondata da un parco e non un’opera di tale importanza.

Voluto da Borso d’Este, il complesso fu fondato nel 1452 come monastero certosino. Chiuso a inizio Ottocento in seguito alle soppressioni napoleoniche, venne acquistato dal Comune di Ferrara nel 1813 e adibito da allora a cimitero cittadino. In questo museo a cielo aperto possono essere ammirate alcune opere di pregevolissima fattura e ciò può essere fatto anche grazie alla creazione di speciali percorsi tematici.

PALIO DI FERRARA: UNA SFILATA DAL SAPORE ANTICO

Lasciata la Certosa, ci siamo spostati in piazza Ariostea, sede della gara tra cavalli dell’antichissimo Palio di Ferrara, nato nel 1259. Qui abbiamo visto la struttura in cui sarebbe andata in scena la gara qualche ora dopo, mentre la sfilata delle contrade avrebbe visto il via alle 15.30 dal Castello Estense.

Così, dopo un pranzo fugace, ci siamo diretti verso il maniero e durante la passeggiata, nei pressi del Duomo, abbiamo incrociato i contradaioli di Santa Maria in Vado… wow, che spettacolo! Esaltatissimi, li abbiamo seguiti fino al castello, attendendo in fibrillazione l’inizio dell’evento.

Partita la sfilata, siamo rimasti circa un quarto d’ora davanti al castello, prima di percorrere via Borgo dei Leoni e portarci di fronte a Parco Massari dove, in seguito al passaggio degli ultimi sbandieratori, siamo ritornati verso l’automobile.

Salutata la bella Ferrara, siamo andati a Rovigo, prima di rientrare a Milano. Nel capoluogo di provincia veneto, distante circa mezz’ora dalla città emiliana, non c’è molto da vedere. Ci siamo comunque rilassati, sorseggiando un rinfrescante Aperol Spritz in una pasticceria storica nel centro.

CONCLUSIONI

Ferrara è una città magica, che ha conservato ancora in buona parte un’atmosfera rinascimentale. Il Castello Estense è qualcosa di unico, seguito a ruota da altri luoghi incantevoli. Purtroppo non siamo riusciti a visitare il Duomo a causa dei lavori di restauro in corso, così come Palazzo dei Diamanti, Palazzo Schifanoia e tante altre bellezze per limiti di tempo.

E poi… che sorpresa scoprire all’ultimo secondo la possibilità di vedere dal vivo la sfilata delle contrade del Palio cittadino! È stata dunque un’esperienza davvero incredibile e non vediamo l’ora di ritornarci.

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Riccardo Tempo

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