Parigi è una città meravigliosa, come poche altre al mondo. Io e Anna, la mia compagna, abbiamo visitato la capitale francese durante le recenti vacanze di Pasqua e ne siamo rimasti estasiati. Per lei era già la quarta volta, mentre per me è stata la prima assoluta.
Partiamo innanzitutto dall’itinerario. Che cosa vedere a Parigi in 6 giorni? A questa domanda è un po’ difficile rispondere poiché l’immenso centro della metropoli transalpina è pieno di perle a ogni angolo.
Noi abbiamo alloggiato in un piccolo hotel nel quartiere di Montparnasse, a due passi dalle stazioni della metropolitana di Montparnasse-Bienvenüe ed Edgar Quinet e a pochi metri di distanza dalla celebre (e non proprio bella…) Tour Montparnasse, che con i suoi 210 metri di altezza è attualmente il secondo edificio più alto della Francia dopo la Tour First.

Muoversi da lì è stato veramente comodo sia a piedi sia con i mezzi pubblici. Non abbiamo avuto nessun problema nemmeno dall’aeroporto Charles de Gaulle, grazie alla linea RER dei treni regionali. In circa 50 minuti abbiamo infatti raggiunto il nostro albergo e idem per quanto riguarda il tragitto opposto al ritorno.
La vista della Tour Eiffel regala emozioni incredibili e se già di giorno ha un grande fascino, l’illuminazione notturna la rende ancora più meravigliosa. Che cosa dire poi di Montmartre e della Basilica del Sacro Cuore, delle splendide collezioni di tele del Musée d’Orsay, delle spettacolari sculture del Musée Rodin e di fantastici giardini quali il Jardin du Luxembourg, il Jardin des Plantes e il Jardin des Tuileries?
Per non parlare del giro in battello sulla Senna, della visita al Panthéon, di bellissime e lunghissime passeggiate alla scoperta delle isole e delle altre zone centrali, delle serate al Quartiere Latino, della magnificenza degli Champs-Élysées e dei tipici locali francesi in cui mangiare la fondue o altre prelibatezze locali.



Insomma, pur non avendo visitato il Louvre, non essendo saliti sulla Tour Eiffel, passeggiato nel gigantesco parco di Bois de Boulogne o ammirato la vicina Reggia di Versailles, abbiamo trascorso sei giorni unici, alla scoperta di una delle città dal maggiore fascino a livello globale.
Siete pronte/i per scoprire le tappe salienti di questo nostro viaggio? Buona lettura e fateci sapere i vostri luoghi del cuore a Parigi nei commenti.
6 giorni a Parigi: il nostro itinerario
- Giorno 1: arrivo, check-in, passeggiata a piedi fino alla Tour Eiffel e rientro dai viali lungo la Senna
- Giorno 2: visita a Montmartre e alla Basilica del Sacro Cuore, passeggiata fino al Moulin Rouge (Pigalle) e poi camminata fino agli Champs-Élysées e all’Arc de Triomphe, serata al Quartiere Latino
- Giorno 3: passeggiata per le isole (Île de la Cité e Île Saint Louis), Notre-Dame e il mercato dei fiori (Marché aux fleurs) in Place Louis Lépine, visita al Musée d’Orsay, relax al Jardin du Luxembourg e cena al Bouillon Racine

- Giorno 4: Piramide del Louvre, rue Mouffetard, visita al Panthéon, relax al Jardin des Plantes, cena tipica a base di fondue savoyarde e fondue bourguignon, vista notturna della Tour Eiffel
- Giorno 5: Galeries Lafayette, passaggio davanti all’Opéra Garnier, gita con il battello sulla Senna, cena al ristorante basco
- Giorno 6: visita al Musée Rodin, relax al Jardin des Tuileries, partenza
Nota: i giorni 1/2/5/6 sono stati scritti da Riccardo. I giorni 3/4 sono stati invece stati scritti da Anna. Le foto sono state scattate da Anna.
Parigi – giorno 1
Partiti dall’aeroporto di Malpensa, abbiamo raggiunto Parigi in circa 1h30′. Dall’aeroporto Charles De Gaulle abbiamo preso i treni regionali RER fino alla fermata di Denfert-Rochereau e da lì la linea 4 della metropolitana fino a Montparnasse.
Timorosi per la giornata di sciopero nazionale indetta proprio in quel dì (6 aprile 2023), in realtà non abbiamo avuto alcun problema con i trasporti. Una volta usciti a Montparnasse, abbiamo trovato una piccola folla estremamente tranquilla in mezzo alla strada, ma nulla di più.
Lasciati i bagagli in hotel e dopo un po’ di riposo, ci siamo messi in marcia – carichi come non mai – verso la Tour Eiffel, inaugurata nel 1889 in occasione dell’esposizione universale e da allora simbolo della capitale transalpina.

Personalmente amo la natura molto di più rispetto alle costruzioni umane ma, sinceramente, ho provato una grande emozione nel vederla al punto che non me ne sarei più andato via. Se all’andata, in circa 40 minuti a piedi, avevamo preso la strada diretta passando dal complesso dell’Hôtel national des Invalides, al ritorno abbiamo invece deviato verso la Senna, passando dalla Rive Gauche alla Rive Droite attraverso uno degli splendidi ponti cittadini.
Ritornati sulla sponda sinistra del fiume dall’imponente Pont Alexandre III, siamo stati assaliti dalla fame e, una volta cenato, ci siamo fermati in un pub nei pressi del nostro alloggio, prima di rientrare definitivamente in albergo.
Parigi – giorno 2
Un bel sole ci ha accolti in questa seconda giornata a Parigi, esattamente come sarebbe stato nei due giorni successivi. Dopo una buona colazione a base di cappuccino e croissant, abbiamo preso la metropolitana in direzione Montmartre.
Questo quartiere situato su una collina nella zona nord della città, è stato il centro principale della vita dei bohémien durante la Belle Époque (1871-1914) e ancora oggi è tra le zone più amate dai turisti.



Come prima cosa, siamo passati dalla chiesa di Saint-Pierre-de-Montmartre, caratterizzata da splendide vetrate. Completata nel 1147, è molto meno famosa della vicina basilica del Sacro Cuore, seppur gli abitanti del luogo la preferiscano tra le due.
Dopo una breve visita a Saint-Pierre, ci siamo spostati proprio verso la basilique du Sacré-Cœur, completata nel 1914 e consacrata nel 1919. L’ingresso è gratuito, mentre l’accesso alla cupola costa 5 euro. La coda era lunga, ma piuttosto velocemente siamo riusciti a entrare e, dopo il tempo dedicato all’interno della chiesa, siamo andati alla biglietteria della cupola.
Da qui abbiamo risalito i circa 300 gradini fino alla cima, da cui abbiamo goduto un panorama mozzafiato sull’intera città. Prima di passare oltre, vi ricordo che dalla metropolitana alla basilica dovrete camminare già per circa 200 gradini a cui dovrete quindi aggiungere questi 300.



Dopo un giro per le stradine del pittoresco quartiere popolato da artisti, è iniziata la ricerca per il locale dove pranzare e alla fine la scelta è ricaduta su Chez Ma Couisine. Anna ha gustato un piatto di moules-frites a base di cozze bollite e patatine fritte, mentre io ho risposto con un ottimo boeuf bourguignon, ovvero uno stufato di carne di manzo con verdure. Segnalo che in questo locale vengono fatte anche le crêpes.
Usciti sazi e felici, abbiamo comprato una scatola di macarons alla Biscuiterie de Montmartre per poi dirigerci verso il quartiere di Pigalle, incuriositi dal mitico Moulin Rouge. Da qui ci siamo diretti verso Avenue des Champs-Élysées, da noi conosciuti semplicemente come i Campi Elisi, e poi all’Arc de Triomphe.

Se i primi, teatro della tappa finale del Tour de France dal 1975, rappresentano (soprattutto nella parte verso l’Arco di Trionfo) la strada del lusso parigino, il secondo è un importante simbolo storico, voluto da Napoleone Bonaparte in onore della vittoria delle sue truppe nella battaglia di Austerlitz.
Abbiamo infine trascorso la serata nel Quartiere Latino, arrivando fino alla Cattedrale di Notre-Dame. La cena è stata da dimenticare, ma anche queste esperienze fanno parte dei viaggi.
Parigi – giorno 3
Abbiamo iniziato la giornata con un’ottima colazione in uno dei numerosi caffè della zona. Croissant e pain au chocolat sono sicuramente molto buoni, ma vi consiglio di provare almeno una volta la tartine au beurre: pane (un pezzo di baguette divisa a metà) e burro, accompagnato da marmellata, che spesso viene servita in mini barattoli di confettura monoporzione. Nel fine settimana, è possibile arricchire la colazione con succo d’arancia e uova strapazzate.
Vista la bella giornata di sole, abbiamo deciso di trascorrere la mattina visitando le due isole fluviali della Senna, al centro della città: Île de la Cité e Île Saint-Louis. Abbiamo raggiunto quindi Île de la Cité attraverso lo storico Pont Neuf, il ponte più antico di Parigi, e abbiamo iniziato a passeggiare per le vie dell’isola.

Per prima cosa siamo stati colpiti dal Palais de la Cité, un enorme edificio che attualmente comprende il Palazzo di Giustizia, la Conciergerie, la Sainte-Chapelle e quattro torri risalenti al Medioevo. Una delle torri è chiamata Torre dell’orologio perché presenta su un lato un grande orologio riccamente decorato, il primo orologio pubblico di Parigi.
È possibile visitare sia la Consiergerie sia la Saint-Chapelle, ma noi questa volta abbiamo preferito proseguire la nostra passeggiata all’aria aperta.
Attraverso un altro ponte abbiamo quindi raggiunto di nuovo la città dall’altro lato della Senna e, percorrendo il lungofiume, siamo giunti davanti all’Hotel de Ville, il Municipio di Parigi, palazzo in stile neo-rinascimentale che rappresenta un monumento nazionale. Di fronte a esso si apre una grande piazza, mentre è possibile ammirarne la parte laterale continuando a costeggiare la Senna.

Così facendo abbiamo raggiunto la seconda isola, Île Saint-Louis, più piccola e meno maestosa. Abbiamo girovagato per le sue vie e ammirato i suoi palazzi, poi siamo tornati all’Île de la Cité attraverso Pont Saint-Louis, che collega le due isole.
Da qui abbiamo raggiunto la Cattedrale di Notre-Dame. Come sapevamo, in seguito all’incendio del 2019 sono in corso i lavori di ristrutturazione e la cattedrale sarà di nuovo visitabile solo a partire dal 2024. Nel piazzale antistante è stata costruita una scalinata in legno dove ci siamo seduti insieme agli altri turisti per ammirarne la facciata e riposarci un po’ al sole.

Abbiamo poi ripreso la visita recandoci al Mercato dei fiori in piazza Louis Lépine, dove vengono esposte molte varietà di piante verdi e fiori colorati. A questo punto abbiamo deciso di fermarci per pranzo prima di procedere alla visita al Museo d’Orsay, per il quale avevamo già acquistato i biglietti prima di partire.
Passeggiando lungo la Senna abbiamo incontrato le storiche bancarelle di libri chiamate bouquinistes, che vendono libri usati e antichi, oltre a stampe, cartoline, poster e disegni raffiguranti vedute della città. Ci siamo quindi seduti a un tavolino all’aperto di una brasserie, dove abbiamo pranzato con due crêpes salate.

È giunto così il momento di raggiungere il Museo d’Orsay. Già dall’esterno il museo si presenta come molto bello e particolare, in quanto è stato allestito all’interno di una stazione ferroviaria ristrutturata. All’interno, abbiamo scelto di farci accompagnare nel percorso dall’audioguida, disponibile in lingua italiana.
Siamo partiti dal piano terra, dove ci hanno colpito soprattutto due opere: la statua “Le quattro parti del mondo che sostengono la sfera celeste” di Jean-Baptiste Carpeaux e “Dante e Virgilio all’inferno” del pittore William-Adolphe Bouguereau.


La sezione che ci ha maggiormente affascinato è stata però quella dedicata ai capolavori dell’impressionismo e del post-impressionismo.
Opere come le Ballerine di Degas, La colazione sull’erba di Manet, l’autoritratto di Vincent van Gogh, il Bal au moulin de la Galette di Renoir, le Due donne tahitiane di Gauguin e le mie preferite: lo Stagno delle ninfee di Monet e la Notte stellata sul Rodano di van Gogh. In aggiunta abbiamo potuto visitare anche due esposizioni temporanee, dedicate una a Manet e Degas e l’altra alle opere a pastello da Millet a Redon.






Dopo essere andati al Jardin du Luxembourg e poi tornati in albergo a riposarci, abbiamo concluso la giornata con un’ottima cena al ristorante Bouillon Racine, inaugurato nel 1906. I Bouillon sono ristoranti caratterizzati dallo stile dell’Art Nouveau, con legni scolpiti e ceramiche, specchi e vetri decorati, che permettono di immergersi nell’atmosfera della Parigi dei primi anni del 1900.
Anche la cena ci è piaciuta molto, a partire dalle classiche escargots a la Bourguignonne. A seguire io ho ordinato un filetto di spigola con riso venere e crema di formaggio, molto delicato, e Riccardo costine di maiale con puré. Per concludere, abbiamo condiviso una deliziosa crème brûlée!



Parigi – giorno 4
Dopo la colazione, abbiamo deciso di andare subito a vedere il palazzo del Museo del Louvre, senza dubbio il museo più famoso di Parigi. Essendo molto grande e poiché la visita al suo interno richiede molto tempo, abbiamo preferito rimandarla a un prossimo viaggio. Ci siamo quindi limitati a raggiungere l’ingresso e ammirarne la facciata e il piazzale, dove da vent’anni sorge la piramide di vetro, resa ancora più nota e suggestiva dal romanzo “Il codice da Vinci”, ambientato qui.

Ci siamo poi spostati con la metropolitana fino alla zona del Quartiere Latino, siamo scesi alla fermata Place Monge, dove si tiene un piccolo mercato all’aperto, e abbiamo percorso rue Mouffetard, una via molto caratteristica, piena di negozi, ristoranti e caffè. Qui ci siamo fermati per un aperitivo, prima di dirigerci verso il Pantheon.
Questo edificio era stato costruito come chiesa cattolica dedicata a Sainte-Geneviève, in seguito, nel 1885, quando Victor Hugo venne sepolto qui, fu deciso di trasformarlo in un mausoleo laico, dove oggi sono sepolti i cittadini francesi più illustri.



All’interno è infatti possibile rendere omaggio alle tombe di personaggi come i coniugi Curie, Luis Braille, Emile Zola, Rousseau, Dumas, Voltaire e molti altri. Un’iscrizione speciale è dedicata alla memoria di Antoine de Saint Exupéry, autore de “Il piccolo principe”, scomparso durante una missione aerea.
Al centro dell’edificio, sotto la cupola, è possibile ammirare anche il pendolo che Foucault fece appendere, con un cavo di oltre 60 metri, per dimostrare l’esistenza della rotazione terrestre.



Usciti dal Pantheon, ci siamo fermati a osservare la Biblioteca, sulle cui pareti sono incisi i nomi degli autori delle opere più famose presenti al suo interno, e gli edifici dell’Università Sorbona.
Abbiamo quindi deciso di recarci al Jardin des Plantes, il più grande orto botanico di Francia. Qui abbiamo potuto passeggiare tra i vialetti ammirando una grande varietà di piante e fiori, e godere della bellezza dei ciliegi in fiore. Seduti su una panchina, ci siamo riposati e goduti gli ultimi raggi di sole.



Alla sera, per cena, desideravamo provare le specialità francesi, quindi abbiamo scelto il ristorante Le Brasier des Ternes, dove io ho gustato una buonissima fondue savoyarde e Riccardo una fondue bourguignonne, accompagnate da patate al cartoccio e vino rosso.
Per concludere la giornata in bellezza, siamo tornati ad ammirare la Tour Eiffel by night! È bellissimo vederla illuminata fin dal lungo Senna e poi arrivare vicino quando scintilla per 5 minuti allo scoccare di ogni ora.
Parigi – giorno 5
Dopo quattro giorni di bel tempo, la quinta giornata ci ha accolti con nuvoloni grigi, freddo e pioggerellina. Dopo la solita buona colazione, abbiamo allora preso la metropolitana in direzione Galeries Lafayette in boulevard Haussmann 40.
Fondata nel 1893, Galeries Lafayette è il più antico grande magazzino in Europa e la splendida cupola in stile neo-bizantino realizzata dal mastro-vetraio Jacques Gruberviene nel 1912 ne è il simbolo. Qui ci siamo rilassati tra i vari piani, concludendo la nostra visita sul terrazzo grazie a un po’ di tregua dalla pioggia.



Ci siamo poi diretti verso la limitrofa Opéra Garnier, teatro inaugurato nel 1875 e monumento storico di Francia sin dal 16 ottobre 1923. Peccato solo che la facciata principale fosse coperta dai cantieri, mentre la parte principale dell’interno non fosse visitabile a causa di lavori di restauro.
A quel punto abbiamo deciso di giocarci il tutto per tutto con la gita in battello sulla Senna. Vedere le zone centrali di Parigi da questa prospettiva è speciale, soprattutto in una giornata soleggiata. Nonostante invece il clima non propriamente bello, siamo comunque riusciti a godere questa esperienza, della durata di circa un’ora.



Tornati in hotel, la sera abbiamo deciso di provare la cucina di un ristorante basco in zona Corvisart. La qualità del cibo non ci ha soddisfatto particolarmente, mentre la compagnia di una coppia formata da un signore australiano e una signora spagnola al nostro stesso tavolo è stata estremamente piacevole.
Parigi – giorno 6
Anche l’ultima giornata non è stata particolarmente bella, ma la visita al Musée Rodin ci ha subito fatto dimenticare il grigiore del cielo. Inaugurato nel 1919, questo complesso contiene la maggior parte delle sculture di Auguste Rodin e, in più, alcune tele di grande rilievo di artisti quali van Gogh, Monet e Renoir.
Appena entrati nell’elegante giardino della struttura, siamo rimasti colpiti dalla scultura bronzea “Il pensatore“, forse la più famosa tra quelle realizzate dall’artista francese. “La porta dell’inferno” e “Ugolino e i suoi figli” sono risultate le altre nostre opere preferite e, esattamente come la prima, sono state ispirate da Dante Alighieri e dalla sua Commedia.



Usciti dal Musée Rodin, abbiamo raggiunto la stazione metropolitana di Trocadero. Qui, dopo avere affiancato il Palais de Chaillot, siamo giunti nell’area posta proprio davanti alla Tour Eiffel… davvero uno scenario unico! Quindi abbiamo passeggiato per i Jardins du Trocadéro, in cui svetta la spettacolare Fontana di Varsavia (non attiva quel giorno).
Infine, dopo avere attraversato Champ de Mars (Campo di Marte, ovvero il giardino pubblico della Tour Eiffel) e ammirato per l’ultima volta la mitica torre simbolo di Parigi, ci siamo diretti al Jardin des Tuileries, creato per volontà di Caterina de’ Medici nel 1564 e aperto al pubblico dal 1667.

Qui, prima della partenza, ci siamo riposati sulle sedie a sdraio (gratuite) nei pressi della fontana centrale. Segnaliamo inoltre la presenza del Musée de l’Orangerie all’interno del giardino, famoso soprattutto per la presenza delle Ninfee di Monet.
Conclusioni
Parigi è una città unica e il suo gigantesco centro ospita numerose perle di incredibile valore. Io e Anna siamo rimasti particolarmente colpiti dalla spettacolare Tour Eiffel, ma anche dai vari giardini pubblici nonché dalle opere esposte al Musée d’Orsay e al Musée Rodin.
Sei giorni nella capitale transalpina non bastano certamente per godere appieno delle meraviglie di questa città e, non a caso, dopo la sua quarta visita Anna non è ancora riuscita a vedere tutto ciò che un turista dovrebbe ammirare.


Che cosa dire ancora? Visitate Parigi, non ve ne pentirete! E… attendiamo i vostri commenti su ciò che vi ha colpito maggiormente della capitale francese.
Riccardo Tempo & Anna Marchesi