La Polonia mi ha particolarmente colpito ed è certamente una nazione molto interessante da visitare. Nella seconda parte di questo nostro tour tra Paesi Bassi e Polonia, io e l’amico di tante avventure Marcello Vaglia abbiamo potuto ammirare alcuni bellissimi luoghi e siamo rimasti estremamente soddisfatti dalla cucina locale.
Varsavia, Cracovia, Auschwitz – Birkenau, le miniere di salgemma a Wieliczka, Torun, Danzica, Sopot e Hel sono state le nostre mete. In questo caso abbiamo girato esclusivamente in auto e a piedi e non più in bici come nella terra dei tulipani. E ora passiamo ai dettagli del viaggio! Buona lettura a tutti e alla prossima 😉
VIAGGIO IN POLONIA: INFO
Iniziamo da qualche informazione di base:
- Date: 18-27 agosto 2020
- Partecipanti: Riccardo Tempo, Marco Marcello Vaglia
- Itinerario: Varsavia, Cracovia, Auschwitz – Birkenau, Wieliczka, Torun, Sopot, Danzica, Hel, Varsavia
- Mezzi usati: auto, piedi
POLONIA, GIORNO 1 (18/8): ARRIVO A VARSAVIA E “STARE MIASTO”
Partiti da Eindhoven, siamo giunti all’aeroporto Fryderyk Chopin di Varsavia verso metà pomeriggio, dirigendoci subito al nostro hotel in autobus. Quindi, dopo una breve pausa, abbiamo cenato in una birreria a pochi passi dal centro e lì, ancora un po’ condizionati dalle cene olandesi, abbiamo ordinato un panino con hamburger, patatine fritte e birra.
Usciti dal locale, abbiamo iniziato a camminare fino a quando non siamo arrivati nella meravigliosa Città Vecchia (“Stare Miasto”), il centro storico nominato patrimonio UNESCO nel 1980. Lì siamo rimasti sorpresi dal castello reale, dai vivaci colori delle case e dalla perizia con cui gli edifici danneggiati durante la II guerra mondiale siano stati ricostruiti.

Non solo infatti vennero usati il più possibile materiali originali, ma addirittura la ricostruzione fu basata sui quadri di vedute di Bernardo Bellotto (XVIII secolo) o sui disegni degli studenti di architettura. La notte ha reso poi tutto più suggestivo e l’emozione è stata tanta. A quel punto siamo rientrati in hotel, pronti alle nuove avventure del dì seguente.
POLONIA, GIORNO 2 (19/8): RESIDENZA REALE DI WILANOW E PARCO LAZIENKI
I nostri viaggi prevedono sempre tanti chilometri da macinare a piedi e, dopo un giorno di relax, ci siamo subito rimessi in moto e sin dalla mattina abbiamo cominciato a girare per la città. Per capire di essere in un luogo speciale ci è bastato poco e, nonostante vi vivano ben 1.800.000 persone, si coglie pienamente la sua dimensione a misura d’uomo.
Non a caso, l’Economist Intelligence Unit l’ha classificata come trentaduesima città più vivibile al mondo nel 2012, mentre nel 2017 la capitale polacca si è piazzata quarta nella categoria “Business Friendly” e ottava in “Capitale umano e stile di vita“.

Noi siamo rimasti particolarmente colpiti dalle aree verdi ben curate, dalla moltitudine di palazzi bassi pure nelle periferie, dall’educazione civica mostrata da automobilisti, motociclisti, ciclisti e pedoni sulle strade e dalla presenza di qualche pista ciclabile ben realizzata (per carità, nulla a che vedere con Amsterdam, però molto meglio di Milano).
Nel pomeriggio ci siamo poi spostati all’ex residenza reale di Wilanow e quindi al parco Lazienki. Wilanow, detta “la piccola Versailles”, è una vera e propria perla situata nella periferia sud-est di Varsavia. Questa struttura, costruita nel XVII secolo in stile barocco, è oggi tra i capolavori maggiormente ammirati dai turisti.
Infine, in seguito a un veloce passaggio dal parco Lazienki, siamo tornati nella Città Vecchia per cena e quindi, dopo un’altra passeggiata tra le semideserte vie centrali, siamo rientrati in hotel.
POLONIA, GIORNO 3 (20/8): NOLEGGIO AUTO E ARRIVO A CRACOVIA
Il terzo giorno è partito con uno spavento ma, rispetto a certe avventure vissute in Uzbekistan o in Medio Oriente, è stata una cosa da poco. Avevamo infatti prenotato online un’automobile a noleggio e pareva essere tutto a posto. Abbiamo allora raggiunto il luogo indicato nella mail all’orario prestabilito per la consegna, ma… lì c’era un hotel e non un noleggio auto!
La gentile receptionist dell’albergo non ha saputo aiutarci e, a quel punto, abbiamo telefonato al numero indicato sul foglio di prenotazione. Ci ha risposto un signore che, però, masticava un pessimo inglese e allora abbiamo iniziato a pensare a una truffa. Questi, alla fine, ci h dato un altro numero a cui chiamare e questa volta è andata fortunatamente bene.
Questa seconda persona parlava difatti un buon inglese (nonché un po’ di italiano) e da lì in poi sarebbe filato tutto liscio come l’olio. Dopo un’ora eravamo già seduti sulla nostra auto, pronti alla partenza per Cracovia.

Nella seconda città polacca abbiamo alloggiato in un bell’hotel a pochi passi dal centro e il fatto che il costo della vita sia nettamente inferiore rispetto all’Italia ci ha permesso addirittura di pernottare in un 4 stelle. Per carità, i 9,23 euro a testa per una notte in uno spettacolare 4* a Petra in Giordania non sono stati nemmeno avvicinati, però ce la siamo cavata anche qui a prezzi risibili.
Quindi, dopo il check-in, ci siamo diretti verso il centro, dove abbiamo scoperto una città ben più viva rispetto alla capitale. Varsavia è sì un luogo simbolo di vivibilità, ma non ha nulla a che vedere con la verve di Cracovia. Quest’ultima è sede di un importante centro universitario e numerosi giovani studenti ne rallegrano la vita. Inoltre ha un centro meraviglioso, patrimonio UNESCO dal 1978, che la rende un luogo unico e incantevole.
POLONIA, GIORNO 4 (21/8): AUSCHWITZ – BIRKENAU
Non avevo mai visitato un campo di concentramento, pur avendo provato un’emozione fortissima al Museo Storico dell’Olocausto presso lo Yad Vashem a Gerusalemme. La struttura di Auschwitz – Birkenau si trova nella cittadina di Oswiecim, nel sud della Polonia. Qui avvenne uno dei più grandi genocidi della storia e tuttora è visibile una parte di ciò che era presente tra il 1940 e il 1945.

Entrati ad Auschwitz, siamo subito passati sotto l’arco d’ingresso, su cui campeggia la cupa scritta “ARBEIT MACHT FREI” (“Il lavoro rende liberi”). Poi, grazie alla bravissima guida assegnata al gruppo italiano, abbiamo appresi numerose storie sulla vita di quei terribili giorni e in particolare siamo rimasti profondamente colpiti dal “Block 11“, il blocco numero 11 che fungeva da camera a gas.
Pur essendo rimasti lì per pochi secondi, ho provato emozioni fortissime; era come se, in un silenzio tombale, le anime delle persone decedute fossero ancora lì con noi e volessero dirci qualcosa. E’ stata davvero una sensazione incredibile, che non scorderò mai.

Quindi, dopo avere visitato anche gli altri blocchi, ci siamo diretti in pullman nella vicina Birkenau. Questo campo di sterminio è percorso dal binario del “treno della morte”, da cui scendevano le future vittime della follia nazista. Gli stessi nazisti, prima di essere sconfitti, tentarono di cancellare tutte le prove dei propri crimini, abbattendo la zona delle camere a gas e dei forni crematori. E’ rimasta invece intatta una baracca in cui vivevano i condannati e, dopo averla visitata, mi è venuta in mente una sola parola: DISUMANO.
Si stima che nel complesso di Auschwitz – Birkenau abbiano perso la vita tra 1.100.000 e 1.500.000 persone dal 1940 al 1945, tra cui Anna Frank (di cui avevamo appena visto l’abitazione ad Amsterdam), padre Massimiliano Kolbe, la scrittrice Irène Némirovsky e l’allenatore di calcio Arpad Weisz.
Sopravvissero invece Imre Kertész, Primo Levi, Sami Modiano, Liliana Segre, Elie Wiesel, Shlomo Venezia e diversi altri uomini e donne grazie a cui sappiamo ciò che accadde allora. Noi che abbiamo la fortuna di vivere in un’epoca diversa dobbiamo diffondere queste importanti testimonianze tramandandole alle generazioni future, nella speranza che tali atrocità lascino spazio a un messaggio di pace e fratellanza. Solo la cultura può infatti sconfiggere l’ignoranza e l’ignoranza è alla base dell’odio a causa di cui vengono perpetrati massacri sin dalla notte dei tempi.
POLONIA, GIORNO 5 (22/8): MINIERE DI SALGEMMA A WIELICZKA E NOTTATA A TORUN
Da Cracovia, ormai entrata nei nostri cuori, abbiamo raggiunto la limitrofa Wieliczka, cittadina famosa per le sue miniere di salgemma. Patrimonio mondiale UNESCO dal 1978, la miniera di Wieliczka è stata utilizzata per l’estrazione di sale dal XIII secolo al 1996. Raggiunge una profondità di 327 metri e la sua estensione totale è di 287 km, di cui 3,5 km visitabili.
Qui abbiamo potuto ammirare imponenti statue scolpite dai minatori direttamente nel sale e la pazzesca cattedrale di sale sotterranea in cui tuttora si tengono funzioni religiose. Su varie pareti sono state esposte targhe in cui vengono ricordati con orgoglio i nomi di alcune star passate da quelle parti: Copernico, Goethe, von Humboldt, Mendeleev, Baden-Powell e Karol Wojtyla.
Usciti dalla struttura, abbiamo immediatamente pranzato e da qui in poi il livello culinario si sarebbe alzato notevolmente, in particolare durante la clamorosa cena degustata lungo la strada per Torun. A circa un’ora dalla città natale dell’eroe nazionale Niccolò Copernico, ci siamo fermati in una trattoria dove siamo stati estasiati dalla migliore zuppa di gulasch mai mangiata in vita nostra.
Io avrei poi proseguito con un gustoso filetto di trota con patate, mentre Marcello ha concluso con un delizioso rotolo di carne accompagnato dai tortei di patate. Quest’ultima pietanza mi ha esaltato particolarmente, essendo tra i piatti più noti in Trentino, regione da cui sono stato adottato da qualche anno.
Terminata la cena, siamo ripartiti alla volta di Torun. Qui, dopo un giro in centro, ci siamo diretti all’agriturismo appena prenotato online, dove avremmo trascorso la notte.
POLONIA, GIORNO 6 (23/8): SOPOT, DANZICA E MAR BALTICO
Partiti da Torun, abbiamo raggiunto Sopot in un paio d’ore circa, soggiornando lì per le tre seguenti notti. Sopot, situata nel nord della Polonia, fa parte della cosiddetta “Triplice Città” assieme a Danzica (Gdansk) e Gdynia. Queste tre città sono poste sul mar Baltico e subito, prima ancora di iniziare a visitare la zona, abbiamo mangiato un buon halibut con patate in un baracchino a ridosso della spiaggia.
Terminato il pranzo, ci siamo spostati a Danzica, il cui nome rievoca da un lato lo scoppio della II guerra mondiale e dall’altro la nascita di Solidarnosc, movimento operaio guidato da Lech Walesa grazie a cui il terribile regime comunista sarebbe caduto nel 1989.
Queste città del nord, nonostante siano state a loro volta risistemate nel corso dei decenni, possiedono ancora oggi quell’alone di grigiore classico dei regimi comunisti e non sono lontanamente paragonabili alla bellezza di Cracovia. Danzica mantiene comunque un certo fascino e il suo centro deve essere visitato con attenzione. Una volta rientrati a Sopot, abbiamo cenato, passeggiato in centro e infine siamo tornati in hotel.
POLONIA, GIORNO 7 (24/8): CENTRO EUROPEO DI SOLIDARNOSC E PIEROGI
Che cosa vedere a Danzica? Non avendo molto tempo a disposizione, abbiamo dovuto sacrificare qualcosa che ci sarebbe piaciuto visitare, e alla fine abbiamo optato per il Centro Europeo di Solidarnosc a discapito del Museo della II guerra mondiale. Prima, però, in mattinata eravamo andati al Mercato Coperto (Hala Targowa) e da lì ci siamo diretti al palazzo di Solidarnosc.
Personalmente ne sono rimasto colpito e porterò per sempre questa visita nel cuore. Sono infatti un grande appassionato di storia e il racconto di quelle vicende mi ha commosso profondamente. Tutto nacque nel dicembre del 1970, quando il governo di Wladyslaw Gomulka annunciò un massiccio aumento dei prezzi per gli alimenti di base. Ciò rappresentò un duro colpo per i cittadini comuni e in alcune città scoppiarono proteste.
A Danzica, per esempio, furono uccisi diversi operai del cantiere navale e da lì avrebbe iniziato a diffondersi un sentimento comune da cui sarebbe poi nato il sindacato autonomo dei lavoratori “Solidarnosc” nel settembre del 1980. Era un periodo molto duro e il regime polacco, intimorito dal successo del sindacato e in particolare del suo leader Lech Walesa, decise di sospenderne le attività e di arrestare Walesa stesso (dicembre 1981).
L’intero mondo occidentale allora si sollevò, guidato soprattutto dalle parole di papa Giovanni Paolo II. L’ideologia principale di Solidarnosc consisteva nella non violenza e, in effetti, la Polonia avrebbe visto la caduta della dittatura senza spargimenti di sangue al contrario invece per esempio della Romania. Nel 1990 Lech Walesa divenne il primo presidente eletto democraticamente e, in breve tempo, furono riconosciuti al popolo diversi diritti civili e umani.
Oggi, l’uomo che vinse il Nobel per la pace nel 1983 è una figura controversa ma, in ogni caso, Solidarnosc ha rappresentato un simbolo di libertà per molte persone per lungo tempo. Ecco, nel museo abbiamo visto ciò e tante altre cose. Vi consiglio dunque vivamente di farci una visita, ne vale la pena.
Una volta usciti da lì, siamo andati a pranzare alla Pierogarnia Mandu (sempre a Danzica), dove abbiamo mangiato i pierogi più spettacolari di tutto il viaggio. Questi ravioloni ripieni sono forse il piatto nazionale più famoso e lì erano davvero deliziosi. Poi, dopo un altro giro a Danzica, siamo rientrati a Sopot e lì ci siamo riposati in vista delle avventure del dì successivo.
POLONIA, GIORNO 8 (25/8): HEL, “L’INFERNO SUL MAR BALTICO”
La penisola di Hel ha rappresentato la tappa principale del terzultimo giorno di viaggio. Lunga 35 km, separa la baia di Puck dal mar Baltico ed è larga tra i 100 e i 300 metri. Sulla strada per raggiungere l’abitato di Hel sono disseminati diversi chioschi specializzati in menù a base di pesce e noi ci siamo fermati proprio in uno di questi. Peccato solo che il pesce fosse salatissimo, obbligandomi a bere una bottiglietta d’acqua dietro l’altra durante le ore successive.
In questi luoghi non pareva comunque di essere in Polonia, viste le enormi differenze col resto della nazione, a partire dal clima. Subito, infatti, ho detto a Marcello che mi sembrava di essere in certi villaggi della Danimarca più che in terra polacca.

Raggiunto il paese di Hel, abbiamo posteggiato e ci siamo incamminati sulla stradina limitrofa alla spiaggia. Ci siamo quindi levati le scarpe, proseguendo la nostra passeggiata lungo la battigia. L’acqua era però troppo fredda per tentare un bagno e abbiamo dunque continuato a camminare fino all’arrivo della pioggia. Allora siamo entrati nella boscaglia e dopo circa mezz’ora siamo rientrati in paese.
Il Fokarium, una struttura dedicata allo studio delle foche del mar Baltico, è forse l’attrazione più importante della zona e a noi sarebbe piaciuto visitarlo. Siamo però arrivati troppo tardi e quindi non è stato possibile entrare. Ci siamo però consolati col fatto che da un lato avesse smesso di piovere e dall’altro che fosse sopraggiunto un tramonto da favola.
Infine, prima di andare, abbiamo scambiato due chiacchiere in inglese con un ragazzo del posto e questi, a proposito di Hel, ci ha detto: “Qui fa sempre freddo, piove spesso e non c’è nulla per divertirsi. Secondo voi perché l’hanno chiamata così (con un chiaro riferimento al termine inglese “Hell”, inferno in italiano)?”.

Lasciata Hel, abbiamo quindi guidato fino a una piccola scogliera nei pressi di Gdynia, dove abbiamo potuto ammirare la fase conclusiva del tramonto prima di una nuova cena a base di pesce. Siamo quindi rientrati alla base, trascorrendo così l’ultima notte a Sopot.
POLONIA, GIORNO 9 (26/8): UN PO’ DI SPIAGGIA E RIENTRO A VARSAVIA
La mattina del nono giorno in Polonia abbiamo lasciato la nostra struttura alberghiera per poi dirigerci a Danzica. Qui abbiamo visitato il centro per l’ultima volta prima di andare a mangiare due deliziose focacce in una panetteria. Come ho già detto in più occasioni, il cibo polacco ci ha sorpreso positivamente e nelle loro panetterie – pasticcerie si trovano prodotti di alta qualità.
A quel punto siamo rientrati a Sopot per un’ultima passeggiata lungo la spiaggia e poi ci siamo diretti a Varsavia dove, una volta arrivati, abbiamo subito completato le procedure di check-in in hotel. Era ormai sera e, senza perdere tempo, abbiamo camminato fino al centro. Quindi abbiamo cenato e infine ammirato ancora una volta le meraviglie della Città Vecchia.
POLONIA, GIORNO 10 (27/8): MEATOLOGIA E PARTENZA
Essendo la partenza per l’Italia nel tardo pomeriggio, abbiamo avuto ancora un po’ di tempo per visitare Varsavia. Peccato però che piovesse e allora, giunta l’ora di pranzo, abbiamo deciso di sostare nel primo locale che ci sembrasse carino e… ci è andata di lusso!
Meatologia è una ristomacelleria molto nota in città e propone ai propri clienti tagli ricercati da veri intenditori. Le nostre due portare erano davvero spettacolari e, visto anche il conto contenuto, siamo usciti da lì con un doppio sorriso.
Concluso il pranzo, abbiamo quindi lasciato l’automobile a pochi metri dall’aeroporto, come concordato con l’agenzia di noleggio e infine siamo partiti alla volta di Malpensa verso le 18.
CONCLUSIONE
In conclusione, la Polonia ci ha sorpreso positivamente sotto molti aspetti. Cracovia per la sua verve e bellezza artistica, Varsavia per l’ordine e la dimensione a misura d’uomo, Danzica per la sua storia, le miniere di Wieliczka per la loro immensità, Hel per la sua durezza climatica. E poi c’è Auschwitz – Birkenau, un luogo legato a eventi terribili il cui ricordo deve essere tenuto in vita di generazione in generazione come monito all’umanità.

Grazie Polonia, ci rivedremo! Ecco qui infine il link alla prima parte del viaggio, avvenuta nei Paesi Bassi, mentre qui troverete i racconti sulle incredibili avventure in Medio Oriente e in Uzbekistan.
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